Versi in ordine sparso dedicati a donne reali e spesso immaginarie, scritti per accompagnare un quadro in un catalogo, oppure nelle lunghe notti di lavoro in cima a una montagna o nel deserto di Atacama, o ancora come omaggio a un’amica o una modella. Tanti versi dedicati a persone che sono state isole nell’arcipelago della mia vita.
Chiaroscuri
Scalpello che libera la forma,
vento che scarabocchia i capelli,
la mia matita vola sul tuo corpo
-geometria perfetta per gli occhi-.
Sei una terra piena d’iperbole,
ardito gioco d’equilibrio
tra concavo e convesso,
da misteriose ellissi percorsa.
Negli occhi e in fondo al tuo cuore
si nasconde
l’eterna armonia dell’Universo.
La storia
Io vorrei dipingere la storia
tracciata dalla vita sul tuo corpo,
– cicatrici della tua memoria,
sottili rughe del tuo cuore –
e con le dita come piume,
cacciarti la tristezza dai pensieri.
E afferrare tra le mie braccia
il fiume silenzioso della vita
che scorre piano nel tuo respiro.
E come un lungo, lungo sogno
nel fiume oscuro dei tuoi capelli
che ti scivola lungo le spalle
nella fragranza della tua pelle
come l’aroma d’un prato estivo
qui ritrovare la mia giovinezza
il tempo dei giochi e dei sogni
il tempo degli abbracci e dei sorrisi
il tempo delle storie senza tempo.
Come tu sei
Sei come l’azzurro del cielo,
presente e irraggiungibile.
Sei l’acqua della pioggia
che mi scivola sul viso.
Sei il profumo dei fiori
trasportato dal vento.
Sei tutto ciò che passa
e non posso fermare.
Ricordi
Vorrei tenere i tuoi ricordi
come cristalli nella memoria,
come la roccia, e le nuvole lievi
sospese sulle rughe del deserto,
rivederti ancora e ancora
quando parlavamo di sogni
e la mia vita e la tua s’incontravano
al crocevia di due stagioni.
Ma ecco, i fantasmi degli amori perduti
si rincorrono di nuovo nella notte,
e il vento non odora più dell’erba secca,
della notte immensa ricca di stelle,
ma porta suoni di città e di gente.
Guardo le nuvole e penso,
piccola amica, sogno, caprifoglio
tra gli steli della mia memoria,
ora mi manca il sogno,
il ricordo perduto,
quel mare oscuro e profondo
che già sbiadisce all’alba
come una nuvola rosa.
Spleen
Oggi l’Angelo è scomparso.
Era nella mia vita
una voce dolcissima,
un profumo,
poi fu donna,
spiaggia,
cielo
in cui perdersi.
Ma sua voce oggi
ha il vuoto freddo dell’alba,
e le parole son pietre
che trafiggono l’anima
stordita,
incompresa,
delusa,
rifiutata,
nella banale quotidianità.
Il lungo inutile viaggio
Odisseo chiude gli occhi nel suo letto
e cerca invano di sognare.
Ma la sua mente continua a vedere
Gli occhi scuri di Calipso
Le labbra che sanno di pesca
Le fossette e l’arco dolce della schiena
La morbida curva delle gambe
Il suono acuto dei suoi sospiri.
Apre le dita per toccarla
ma le sue mani toccano il vento
apre gli occhi allora, ma le stelle
non hanno più per lui nessuna rotta
nessuna mèta per il suo cuore.
Era davvero nell’isola felice
ma non l’aveva riconosciuta.
Ma domani riprenderà il viaggio.
Così lungo, così inutile,
così pazzo, così disperato.
Sere di ottobre
Ricordi le notti di ottobre?
la pioggia gelida e leggera
che correva a piccoli passi
a bussare alle finestre…
E il deserto là fuori, lontano,
carico di silenzio e di stelle
a sfoggiare la sua notte australe
nel fuoco di miliardi di astri ?
Ma il deserto non era nella stanza
era nei miei ricordi e nei tuoi sogni,
nella mia nostalgia e nel tuo desiderio
di un mondo lontano e inaccessibile,
dentro una notte piena di pioggia.
Garching, Germania
Un terrazzo sul lago e il tuo viso, acceso
da uno squarcio di luce del crepuscolo.
Il sorriso aperto e i tuoi occhi sull’acqua:
due fessure sottili con una scintilla di sole.
Due tazze di caffè e un gioco dei bimbi
sul prato ancora umido di pioggia.
Il sole, vermiglio, sospeso tra i rami
che tinge l’acqua e le foglie d’autunno…
In quest’angolo freddo d’Europa
il vento d’ottobre ci riporta all’estate:
con gli amici, gli amori ed i viaggi,
i desideri mai realizzati e mai morti,
e il lento moto di soli infuocati,
miriadi nascoste e indifferenti
al destino di piccole vite.
Carpe diem
Avrei potuto adorarti,
sussurrando alla tua anima
parole dolci, come un balsamo
Avrei potuto curarti
le ferite e i sogni mancati,
spettri non ancora svaniti.
Avrei potuto sognarti,
ricordando nelle notti fredde
quei momenti passati insieme.
Ma avrei sofferto così tanto
al distacco della tua passione,
alla fine della mia passione!
Nulla è sublime come il dolore
dell’amore perduto che toglie il fiato,
dei sogni del futuro infranti,
del cuore freddo per rinuncia…
Ma nulla è più sciocco del dolore
per cose che non esistono più,
per una fiamma che poi si è spenta,
alla ricerca delle cose perdute.
Ho amato invece quel tuo cuore matto,
indeciso, come piccola onda,
sempre mutevole come il vento.
quel corpo di cavalla furibonda
esaltato dalla mia passione,
baciato, carezzato, esplorato,
come un regno a me sconosciuto.
Questa è la vita, ondina,
non serve farsi domande!
Godila, assaggiala, mordila,
e il tempo ti sarà amico.
I giorni passati
Ho nostalgia dei giorni deserti,
delle montagne bianche di neve,
degli orizzonti allagati di nuvole,
dei tuoi capelli pieni di vento.
Ho nostalgia dei tuoi sogni tristi,
delle braccia piene di malinconia,
delle storie di amori perduti
narrate nel chiuso di una stanza.
Addio, il nostro tempo è passato
con la musica delle lunghe attese.
Per un breve istante impossibile,
anch’io ho amato i tuoi sogni.
Atacama
Atacama, non sei solo pietra,
schiene d’ ocra rugate dal vento,
ma nostalgia, sottile e tenace,
d’albe improvvise e crepuscoli ardenti ,
ali nere di condor e mare bianco di nubi,
odori d’erba secca e fischiare del vento.
Atacama, non sei perduto nella mente;
sei nel vento che bussa alle finestre,
sei nel sole che arde la terra d’estate,
sei negli occhi che hanno visto il deserto
e non potranno mai più, per un solo istante
cancellarsi l’impronta d’ocra e acquamarina,
dimenticar la terra che congiunge il cielo.
Delfino
Snella, pinna di delfino,
nell’acqua percorri
il tuo lucido mezzogiorno.
Non ti spaventa il mare
né l’ignoto.
Nel doppio abbraccio
dell’acqua e del sole
tra azzurri vuoti
e spuma di vento
tracci – diritta –
la tua linea della vita.
Bacio di sole
È volato il Sole sulla Terra,
sulle tue spalle, sulla tua schiena,
lasciando in pegno un bacio d’ombra
– colore bruno sotto la pelle.
Sai di sole adesso – e di terra cotta –
e una brace sottile si è nascosta
nella mandorla tonda del tuo sguardo,
nella freccia acuta del sorriso.
La vedo oggi dentro ai tuoi occhi
– due orizzonti scuri e spalancati –
quell’inafferrata scintilla di luce.
Sopra il tuo corpo il bacio del sole,
tua questa luce calda e dorata,
riflesso di quel sole che hai nel cuore.
La leggenda della Donna nuvola
Sogna, nel suo riflesso di cristallo,
il lago la sua donna nuvola:
vola diritta nel cielo,
lieve come un pensiero,
grande come le montagne.
I suoi fianchi riempiono l’orizzonte
è terra e cielo congiunti insieme,
forma umana impalpabile
che un tempo fu donna.
“Ho sognato un amore
come quelle nuvole
che volasse alto
vicino alla Luna
e poi un giorno d’estate
ho inseguito il Sole
sopra un soffio di vento
e donna, nuvola e pensiero
mi ha donato una scintilla,
un bisbiglio di luce negli occhi,
nei miei occhi neri di ragazza…”
Paesaggio
Sei come una montagna distesa,
figlia del cielo e figlia del vento.
Profilo di colline nei tuoi seni,
che ascoltano il respiro della notte.
Eppure roccia tenera è il tuo corpo,
caldo nell’abbraccio del sole
ma fresco d’alberi e d’ombra
come la quiete di una notte estiva.
Nera nei capelli disegnati dal vento,
azzurra d’occhi riflessi di cielo,
lanci la tua vita verso nuovi amori,
nuove speranze oltre l’orizzonte.
Venere bruna
Troppo lieve mi fu questo sonno:
Eri terra, eri notte serena,
eri il fresco sapore dell’acqua
bevuta nel cavo di una mano,
Eri il quieto sussurro del vento
che portava, nella notte immensa,
un aroma di piante e di mare.
C’era un’isola pura e senza tempo,
nel tuo viso bello e luminoso
come una notte piena di stelle.
C’eri tu, Venere bruna e silenziosa,
piccola colomba palpitante;
troppo fragile per i miei sogni.
Venere rossa
Capelli, rosse cascate,
fruscianti gocce
d’un Universo
che sfugge tra le dita,
impalpabile, vario,
scomposto e ordinato
al tempo stesso,
eppur vivo e presente,
fiume silenzioso
in cui il sole ha nascosto
gli abbaglianti riflessi
del suo fuoco;
capelli,
fulva medusa,
lama di passione,
ondeggiante sentiero
che porta al tuo cuore.
Venere egizia
La magia del cielo stellato
illumina il tuo viso;
è terra il tuo corpo di donna .
Bella la notte, persa
Nel mistero dei tuoi occhi.
L’assente
Di pura pietra è oggi il tuo corpo
come marmo liscio, pieno di riflessi
semplice e nudo in questa stanza.
Ma un gabbiano assente è il tuo cuore:
è volato oggi ad inseguire il vento
dalle fessure sottili dei tuoi occhi.
-si son rincorsi i sogni sul tuo letto
questa notte insonne nella stanza
incerta lotta di dubbi e di speranze-
E ora voli verso isole d’Oceano
veloce, alata come vola il vento,
e sono solo qui, in questa stanza
con te accanto senza i tuoi sogni.
Chiaroscuro
Nella tristezza dell’assenza
sei il sogno senza termine
il vuoto grande della vita
la luna bianca irraggiungibile.
Ma nella gioia dell’unione
è il sapore del tuo corpo
che mi pervade l’anima
frutto proibito, mela carnale.
Ti amo come terra a primavera
piena di frutti e di promesse
come il sonno di un bambino
culla di affetto e di sogni.
Anima mia, vita assente,
che non mi manchi mai
il ricordo dolce dei tuoi occhi
innamorati che fissano i miei.
Riflessioni inesistenti
Prigioniera nel tuo stesso sogno,
imperfetta realizzazione
di mille riflessioni inesistenti.
Sulle rive della tua anima
bozzoli di tristezza senza luce,
son racchiusi nel vuoto della stanza,
come gocce adagiate sui fiori
dalla danza delle piogge estive.
Ma come il suono della tua viola
c’è un vento che soffia le pareti
e la stanza ridiventa il mondo
e tra i piedi una sabbia fine;
le pareti son nuvole lontane
nella luce di un sole tardivo,
nel riflesso di un mare ignoto
senza isole verso cui salpare.
Sei farfalla che si scalda al sole
le tue braccia diventano ali
i tuoi capelli diventano vento
e gli occhi, il cielo ove sognare
nuvole, oceani e vulcani,
piccole meraviglie del pianeta
sotto il deserto sterminato delle stelle.
Altre vite
Vorrei essere un dio
e cambiare il tempo,
fermarlo quando ci sei,
farlo correre in tua assenza,
spostare indietro la mia vita.
E vorrei credere ancora
nello scorrere di molte vite,
e sapere che ti rincontrerò
alla stessa età in un’altra vita,
e che saremo insieme felici.
Ma penso – e temo – che alla fine
tutto di me si dissolverà,
amori, ricordi, anima,
con l’illusione di ritrovarti,
sciolti in un abbraccio
del fuoco e della terra.
Così ho così voglia di piangere.
Ti amo stasera da morire,
sei il fiato vivente della mia anima.
L’assenza
La tua vita una moneta che rotola
sul pavimento dell’esistenza,
dove si fermerà?
Oggi mi fa meno male
la ferita della tua assenza:
il tuo corpo è un sogno
appannato dal risveglio,
una realtà per le mie mani,
una negazione per il mio futuro.
Dedica all’assente
Lì dove tu sei è il mio pensiero.
Ecco perché sono triste qui stanotte.
Malinconia
Ho il cuore pieno di te,
inzuppato, greve,
come l’acqua della pioggia
sulle foglie.
Svaniranno domani
queste nebbie
dell’anima?
Musa triste
Sei qui stasera
carica di malinconia
piccola musa triste
non fatta per le mie mani
non fatta per i miei occhi
non fatta per il mio cuore.
Dedica 1
Mi piacerebbe vederti ogni giorno
e guardarti, guardarti, guardarti,
e baciarti, baciarti, baciarti
ma va bene anche sognarti.
Dedica 2
È forte forte il desiderio di te
la tua immagine alla fine delle cose
riempe il vuoto che dò ai miei giorni.
Non voglio pensare ed essere saggio.
Voglio abbracciarti e respiranti,
e al diavolo il mondo!
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