GIUSEPPE GALLETTA - CARTELLA STAMPA
Pagine web:
https://www.galletta.it/gg/
Foto per la Stampa:
https://www.galletta.it/gg/stampa/foto.html
e-mail:
giuseppe.galletta @ unipd.it
Biografia
Giuseppe
Galletta è nato a Messina e si è laureato in Astronomia presso
l'Università di Padova. Ha lavorato da diversi anni nell’ambiente della ricerca e
dell’insegnamento dell’Astronomia e per vari enti: il C.N.R.,
l'Osservatorio Astronomico di Padova e
l’Università. Svolge attualmente tre insegnamenti di Astronomia
all’Università di Padova e un insegnamento all'Università di Milano-Bicocca.
Nell'ottobre 2004, insieme al biologo Gianni Tamino, ha attivato il primo corso
universitario italiano di Astrobiologia.
Nel corso degli anni, ha ricoperto più una ventina di incarichi in commissioni nell’Osservatorio, nei Corsi di Laurea e nella Facoltà di Scienze. Egli è stato inoltre coordinatore di progetti nazionali di ricerca nel settore extragalattico per il Ministero dell'Università e della Ricerca Scientifica e per il Consiglio Nazionale delle Ricerche. Fa parte di diverse associazioni, tra cui l'Unione Astronomica Internazionale (IAU), la Società Astronomica Europea (EAS come socio fondatore), la Società Europea di Eso/Astrobiologia (EANA) e la Società Internazionale per gli Studi sull'Origine della vita (ISSOL).
Si
occupa di divulgazione dell'Astronomia, ed ha collaborato con le
riviste
L'Astronomia, Le Scienze - Scientific American, Il Cielo e Coelum. Ha
scritto
un libro di divulgazione scientifica, Astrobiologia:
le frontiere della vita, per la casa editrice Hoepli.
Risultati
scientifici
ottenuti:
In passato alcuni
astronomi, tra cui James Binney di Oxford, avevano ipotizzavano
che la struttura delle galassie ellittiche potesse essere triassiale,
cioè con tre assi disuguali come un confetto, anziché oblata (disco
quasi piatto) come tutti credevano.
La maggior parte degli sforzi di chi si occupava di galassie
era dedicata a provare quest'idea con analisi statistiche, ma non esisteva nessuna
evidenzadiretta che potessero esistere galassie non oblate. Durante un suo
breve soggiorno ad Oxford, Galletta aveva discusso con Binney di
queste strutture, ed essendo un astronomo sperimentale, si era chiesto quali
prove potessero esserci per dimostrarne l’eventuale esistenza.
Tornato a Padova,durante lo studio di alcune galassie con Francesco Bertola, essi si
sono accorti che alcune galassie con dischi e anelli di polvere oscura lungo
l'asse minore, il cui prototipo era la galassia NGC 5128, potevano essere la
testimonianza cercata di queste strutture triassiali. Così
hanno mostrato l'esistenza di una nuova categoria di galassie: strutture stellari allungate
tagliate perpendicolarmente da dischi di gas. Questa scoperta ha permesso di conoscere la forma del
potenziale, generalmente oblato, prolato o triassiali, favorendo la
nascita di un gran numero di articoli teorici ed osservativi dedicati
all’argomento. Oltre alla dimostrazione che possono esistere galassie con struttura
allungata, nello stesso articolo, Bertola e Galletta hanno notano alcune galassie,
quali NGC 2685 (la galassia "fuso"), da loro definite "possibilmente
correlate con le ellittiche con bande di polvere sull'asse minore".
Cinque anni più tardi, queste galassie sono state scoperte come
esempi di un'altra classe di oggetti peculiari, le Galassie con anelli polari.
Nell’intento
di dimostrare la triassialità di alcune galassie al di
là di ogni ragionevole dubbio, Galletta ha iniziato alcuni studi teorici
statistici, dimostrando che le distorsioni nella distribuzione di luce delle galassie
ellittiche potevano essere dovute alla triassialità, e pubblicando il primo
articolo che mostrava una relazione tra questa distorsione (detta twisting) e
lo schiacciamento apparente di galassie fatte solo da stelle. Questa
relazione è stata sempre confermata da vari autori. Successivamente, insieme
a Leopoldo Benacchio e Avram Hayli, Galletta ha creato alcuni tra i primi modelli
teorici di galassie triassiali, interpretando tutte le proprietà osservate
delle galassie ellittiche con un modello triassiale. Il problema è stato
trattato negli anni successivi da diversi autori, fino a dimostrare che una buona parte delle Ellittiche
più massicce o luminose sono triassiali.
Proseguendo negli studi extragalattici, insieme a Daniela Bettoni ha scoperto il
fenomeno della controrotazione del gas, trovando alcune galassie in cui il gas ruota
in senso opposto alle stelle. All'Osservatorio astronomico Europeo del
Sud (ESO) ha osservato la prima galassia a disco con controrotazione (NGC 4546),
definita da Martin Schwarzschild “uno straordinario, chiaro esempio di
un secondo evento nella storia di una galassia”. E infine, insieme allo studente Roberto
Ciri e Daniela Bettoni, ha trovato la prima galassia spirale in cui l'intero
disco di gas è in controrotazione. Oggi si conoscono più
di cinquanta oggetti in cui il gas o parte delle stelle è in controrotazione rispetto al
resto della galassia.
Sulla base di queste scoperte, si è interessato all’origine di questo gas che si trova in
anelli inclinati o in controrotazione, osservandolo non più con telescopi
ottici ma con radiotelescopi.
Dopo
il 1995 ha iniziato esperimenti di Astrobiologia, riguardanti il
problema se esistano o no forme di vita extraterrestri, insieme a biologi e
geologi. Nel 2004 ha iniziato la costruzione di un simulatore di ambiente marziano
in cui studiare il metabolismo di batteri terrestri in ambienti con condizioni
estreme. Il simulatore ha iniziato ad operare nel 2006.